L’ATTACCO DI PANICO: PAURA DI MORIRE

attacco di panico

Gennaio 8, 2021

Gli italiani sono sempre più attaccati da ansia e crisi di panico: il 79% è stato male nell’ultimo mese, da uno studio statistico condotto dall’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap) in un sondaggio del 2019. Il disturbo di attacco di panico si manifesta generalmente tra i 15 ed i 35 anni, con una seconda punta d’insorgenza tra i 44 ed i 55 anni; diffuso in misura maggiore nella popolazione femminile, è in aumento tra gli uomini, soprattutto professionisti e manager.

Fattore scatenante: lo stress

Il primo attacco di panico si manifesta quasi sempre durante un periodo di tensione o stress elevati. Lo stress può essere dovuto ad un evento acuto oppure alla presenza di numerosi fattori concomitanti. Si distinguono due categorie di fattori stressanti: psicologici e fisici.
Le principali cause di un attacco di panico possono essere:

  • Lutti
  • Malattie gravi
  • Cambiamenti importanti nella vita (matrimonio, lavoro, separazioni)
  • Periodi di iperlavoro o di scarso riposo
  • Situazioni relazionali conflittuali
  • Cambiamenti di ruolo (ad es. il pensionamento)
  • Traumi
  • Problematiche finanziarie

Cos’è l’attacco di panico

L’attacco di panico avviene quando nel cervello suona un campanello di allarme che indica un pericolo. Una persona diventa in breve tempo molto spaventata o molto ansiosa in una situazione nella quale la maggior parte delle persone non proverebbe paura o malessere.

Reazioni fisiche da attacco di panico


Che il pericolo sia reale o no, il cervello, da bravo capitano, predispone il corpo a una rapida reazione, per fare in modo che la persona sia pronta a lottare o a fuggire dal pericolo.
Per questo, durante un attacco di panico, avvengono alcuni cambiamenti all’interno del nostro corpo:

  • Rilascio di adrenalina
  • Il respiro accelera, i polmoni si dilatano
  • Aumenta la quantità di ossigeno disponibile per i muscoli
  • Il ritmo cardiaco e la pressione sanguigna aumentano (per trasportare più velocemente l’ossigeno)
  • Il sangue viene dirottato ai muscoli
  • Aumenta il sudore per abbassare la temperatura corporea
  • La digestione si ferma

Si può morire di attacco di panico?

Le sensazioni fisiche fanno pensare che stia succedendo qualcosa di brutto.Il pensiero “sto per morire” arriva a tutti durante l’attacco di panico perché non si conosce quello che sta realmente accadendo.
Ma non è così.

Non si può morire durante un attacco di panico di:

  • Infarto: si ha un infarto quando il cuore non batte più, non quando batte più velocemente. Inoltre durante l’attacco di panico il corpo secerne adrenalina, che aumenta il ritmo cardiaco. L’adrenalina è una sostanza che addirittura viene iniettata direttamente sul cuore per riattivarlo durante un infarto.
  • Ictus: si ha un ictus quando una parte del tessuto cerebrale non viene più irrorata dal sangue a causa di un blocco nel flusso sanguigno. Durante un attacco di panico avviene il contrario: il sangue scorre più agilmente perché vi è in atto una vasodilatazione.
  • Soffocamento: si soffoca quando c’è una ostruzione delle vie respiratorie. Durante l’attacco di panico, al contrario, non si soffoca, ma si iperventila, ovvero si respira più velocemente.
    Quindi non si può morire durante un attacco di panico né di infarto, né di ictus o di soffocamento. Tuttavia succede di frequente che al primo attacco di panico si vada al pronto soccorso per accertamenti, per escludere eventuali problemi fisici concomitanti.

Falsi allarmi

Come l’allarme di una macchina troppo sensibile può suonare fuori tempo, così un sistema d’allarme fisiologico troppo sensibile attiva la risposta di attacco o fuga quando non ce n’è bisogno. Per esempio, una persona che inizia a preoccuparsi mentre fa la coda alla posta, se ha la tendenza ad avere troppo facilmente una reazione fisiologica di allarme, può cominciare a sentire la testa leggera, ad avere vertigini, agitazione e fame d’aria.
Gli attacchi di panico sono dunque dovuti a falsi allarmi che attivano troppo facilmente la risposta di attacco o fuga.

Ma perché succede?

Che cosa fa sì che qualcuno abbia più facilmente di un altro la risposta di attacco o fuga? La ricerca psicologica ha scoperto tre cause: la prima è la presenza di situazioni molto stressanti; la seconda è l’iperventilazione (respirazione eccessiva); la terza è rappresenta dalla personalità individuale (ansiosa, sensibile, emotiva).

La paura della paura

Chi soffre di un disturbo di panico passa una buona parte del suo tempo in preda alla paura di possibili attacchi di panico (“paura della paura”).
Questa paura costante di un attacco di panico porta ad evitare alcune situazioni comuni.Viene infatti da pensare che se l’attacco di panico è avvenuto ad esempio in metropolitana, allora questo diventerà un luogo da evitare.

Le situazioni più frequentemente evitate sono:

Luoghi affollati, spazi aperti, autobus, treni, auto, spazi chiusi e posti lontani da casa o dove comunque è difficile ottenere aiuto.
Col passare del tempo, la “paura della paura” che arrivi un attacco di panico induce la persona ha ridurre il suo spazio vitale. Inizia ad evitare quel luogo, quella situazione, quelle persone… alla fine si ritrova chiuso dentro un perimetro vitale sempre più ristretto.

Diagnosi

In un disturbo di panico gli attacchi possono comparire come fulmini a ciel sereno, in alcuni casi quando l’individuo si sta rilassando o addirittura durante il sonno. Secondo il DSM-5 (manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali) il disturbo di panico è tale quando sono presenti almeno 4 dei seguenti sintomi:

  • palpitazioni o tachicardia
  • sudorazione
  • tremori
  • sensazione di fiato corto o di fatica nel respirare
  • sensazione di soffocamento
  • dolore retrosternale
  • nausea o dolori addominali
  • vertigini, sensazione di instabilità, testa leggera o sensazione di svenimento
  • brividi o vampate di calore
  • parestesie (sensazioni di formicolio o di intorpidimento)
  • derealizzazione (sensazioni di irrealtà) o depersonalizzazione (sentirsi separato da se stesso)
  • sensazione di perdita del controllo o di “diventare matto”
  • paura di morire

Inoltre, dopo gli attacchi, per almeno un mese il soggetto presenta una persistente paura e preoccupazione di avere altri attacchi di panico.

Questo provoca una riduzione della qualità della vita del soggetto.
E’ possibile che gli attacchi di panico si manifestino con una relativa bassa frequenza, ad esempio uno al mese.

In casi più gravi gli attacchi possono essere diversi nell’arco della stessa giornata.

Quando un soggetto è vittima di frequenti attacchi di panico allora si parla di disturbo di panico.

Strategie di intervento

In genere i trattamenti dell’attacco di panico possono essere di tipo farmacologico, psicoterapeutico, in alcuni casi si interviene integrando farmacoterapia e psicoterapia.


La psicoterapia: la terapia cognitivo-comportamentale è risultata il miglior trattamento per i disturbi di attacchi di panico e d’ansia; mira a rendere il paziente consapevole delle proprie reazioni, offrendo strumenti per riconoscerle.

Un altro approccio efficace utilizzato per l’attacco di panico è la terapia EMDR: si lavora sulla causa degli attacchi di panico, risalendo all’evento target, ovvero al trauma sottostante.


I farmaci: La terapia farmacologica non è una vera e propria cura per i disturbi d’ansia, ma può tenere sotto controllo i sintomi mentre il paziente viene curato con la psicoterapia.

Infatti, se non si sono comprese e affrontate le cause del disturbo di panico, alla sospensione del trattamento farmacologico il disturbo può ripresentarsi.

I farmaci usati con maggior frequenza per curare i disturbi d’ansia sono gli antidepressivi, gli ansiolitici e i betabloccanti. Nella scelta di una terapia farmacologica è comunque indispensabile affidarsi al un medico psichiatra di fiducia, in quanto le terapie richiedono un attento controllo da parte del medico.

Un protocollo vincente

Esiste un protocollo, formulato dal dott. Andrews, che insegna al paziente a cambiare il modo di pensare e di reagire o, in altre parole, nuovi metodi di autocontrollo. Il programma comprende fondamentalmente quattro interventi:

  • Il controllo dei sintomi fisici, mediante il controllo del respiro e della tensione muscolare. Imparare la giusta respirazione (diaframmatica) e usarla al momento opportuno è come prendere un farmaco salvavita.
  • La corretta respirazione disinnesca l’attacco di panico. Molte persone durante l’attacco di panico hanno l’impressione che manchi loro l’aria, ma in effetti al contrario respirano troppo velocemente e la respirazione eccessiva, la cosiddetta “iperventilazione”, è una delle cause principali delle sensazioni dell’attacco di panico.
  • L’esposizione alle situazioni temute e evitate. chi soffre di attacchi di panico è portato a evitare molte situazioni, particolarmente quelle dalle quali è difficile uscire o nelle quali è difficile ricevere aiuto in caso di attacco di panico. L’evitamento funziona nel breve periodo ma è controproducente a lungo andare, perché, ogni volta che si evita una situazione, aumenta il bisogno di evitarla la volta successiva e inoltre aumentano le situazioni da evitare.
  • L’identificazione dei pensieri legati agli attacchi di panico, il dialogo interno (quello che la persona dice a se stesso prima, durante o dopo un attacco di panico), aiutano a mettere in luce le convinzioni erronee che aumentano l’ansia. È fondamentale vedere come queste convinzioni siano senza fondamento per poi modificarle.
  • Nell’ultima parte del trattamento viene insegnato a generare le sensazioni fisiche che accompagnano il panico, in modo che il paziente possa capirne meglio l’origine e quindi averne meno paura.

Per controllare ansia e panico bisogna apprendere e poi mettere in pratica con regolarità e costanza le tecniche di gestione dell’ansia. Attraverso esercizi di rilassamento, di gestione e controllo del respiro, uniti ad un lavoro su pensieri e idee disfunzionali è possibile superare il disturbo di panico e ritrovare un senso di benessere e di autoefficacia.

Se pensi di avere bisogno di aiuto all’Officina del Corpo lo troverai.

Silvia Semprini-Psicoterapeuta e Mental Coach

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