Essere o sentirsi perennemente a dieta per il dimagrimento/controllo del peso, per quanto ci suoni cosa comune, non è affatto “normale” .
Una dieta è un percorso a tempo limitato verso un obiettivo. Raggiunto il quale la persona dovrebbe riuscire a mantenere i risultati, il nuovo equilibrio, senza sentirsi “a dieta”.
Se la dieta diventa una costante/ricorrenza è indice che qualcosa non stia funzionando, ed è soprattutto qualcosa che NON DOVREBBE ASSOLUTAMENTE ESSERE. Che cosa sta andando storto?
Le ragioni più comuni di un fallimento dietetico riassunte:
- Si ha un obiettivo, ma non si è pienamente consapevoli e del percorso e del rapporto costi/benefici. Succede spesso con obiettivi estetici: si “idealizzano” forme/misure da raggiungere che si rivelano irraggiungibili per le risorse o nei tempi che si è disposti a investire, o semplicemente sono insostenibili perché riflettono un modello costituzionale-genetico esterno, e non la migliore versione del proprio corpo (e del proprio stile di vita).
- La dieta non è tutto ciò che conta per l’obiettivo.
- La dieta “non funziona”, non è realizzabile e sostenibile perché non risponde a esigenze/caratteristiche peculiari della persona.
- In soggetti da lungo tempo/frequentemente a dieta è molto frequente che si instauri un adattamento metabolico-ormonale che si oppone al dimagrimento e al mantenimento del peso (il corpo va in modalità “risparmio energetico”, il famoso “metabolismo rallentato”)
- I “cali di motivazione” nell’affrontare gli ostacoli del cambiamento. Possono essere legati anche a eventi “esterni” contingenti al percorso che modificano le priorità della persona.
- La dieta funziona, ma raggiunto l’obiettivo non si riesce a mantenerlo una volta per tutte.
Un buon percorso dietetico richiede quindi:
- Un obiettivo ponderale realistico sostenibile (non è realistico perdere 10kg in 1 mese, non è sostenibile mantenere un peso troppo basso se lo stile di vita e la genetica non lo consento naturalmente). E’ buona cosa prima di lanciarsi in propositi prendere piena consapevolezza del percorso per ottenerli, farne un bilancio accurato di costi e i benefici.
- La dieta non basta. E’ indispensabile mantenere l’attività fisica.
- Ma oltre a questo, spesso serve lavorare “a monte” dell’alimentazione sulla vasta gamma di fattori psicologici-emotivi, sociali, edonistici…. che determinano il comportamento alimentare: fame emotiva/da stress/noia, frequenti occasioni sociali…
- È necessaria quindi una dieta altamente personalizzata che consideri tutte le sfumature del quotidiano della persona (gusti, preferenze, abitudini, ritmi…)
- Se il soggetto viene da anni di dieting e restrizione, la dieta ipocalorica potrebbe non essere la soluzione: serve invece un percorso coordinato e intensivo di dieta normo/ipercalorica e allenamento che migliori prima la capacità metabolica e il profilo ormonale e poi la composizione corporea.
- Una buona capacità di adattamento e flessibilità cognitiva. Il supporto di un professionista con cui si ha un buon rapporto di fiducia reciproca serve a dare la “spinta giusta” al momento giusto: può fare una differenza enorme sui normali cali di motivazione. Ascolto, monitoraggio, supporto, motivazione e di trasferimento di tutte le risorse utili alla persona per intraprendere i cambiamenti: risorse che nessuna dieta scaricata o un prodotto dietetico potranno mai offrire.
- La dieta non basta. E’ essenziale venga fatta una profonda educazione alimentare, un empowerement fondamentale per dare autonomia e responsabilità indispensabili in fase di mantenimento, passando da “dieta” a “stile di vita alimentare”.
La Diet Industry
La diet industry oggi propone sempre più mezzi estremi per soddisfare obiettivi estetici sempre più estremi e insostenibili, trascurando buona parte dei requisiti sopracitati utili al raggiungimento ma soprattutto al mantenimento dell’obiettivo: esclusione di interi gruppi alimentari e cibi, sostituti-pasto e “cocktail” di integrazioni, protocolli di digiuno…niente che insegni a mangiare come mangerebbero comuni mortali nel corso di una normale vita.
Questi approcci si caratterizzano per la sola restrizione calorica (estrema) che -non accompagnata da una reintroduzione e educazione corretta- innesca una rigida restrizione cognitiva: appunto il “sono perennemente a dieta”.
Il dato preoccupante deriva dalle osservazioni di come questo approccio faccia da rampa di lancio a disordini alimentari: non si parla solo dell’ anoressia, bulimia e binge eating “evidenti”, ma della enorme fetta di disturbi alimentari “subclinici” “lievi”…che se sono “lievi” per le conseguenze fisiche rispetto alle forme clinicamente evidenti, non lo sono per l’enorme impatto psichico sulla vita e il benessere della persona.
Se ti senti perennemente a dieta, NON DOVRESTI ESSERLO.
Interrogati innanzitutto sui tuoi obiettivi: sono realistici? sono sostenibili?sei sicuro abbiano un rapporto costo/beneficio positivo?
Se la risposta è sì….
ma dopo mille tentativi non sei riuscito/a a raggiungerli e mantenerli…
è il momento di iniziare un percorso dietetico con un professionista, con cui costruire
l’ultima dieta della tua vita, il tuo stile alimentare definitivo. Io ti aspetto all’ Officina del Corpo! Tu cosa aspetti?
Continua a leggere le nostre news e ti consigliamo di leggere questo articolo ” Pancia Piatta”