EMOZIONI IN EQUILIBRIO

Settembre 1, 2020

“Sono le emozioni a unire e a dividere il mondo”.
Paul Ekman

Senza emozioni non ci sarebbero né gesta d’eroismo, né empatia, né compassione, ma neanche crudeltà, egoismo e cattiveria. Come è possibile superare i nostri conflitti interni ed esterni e raggiungere una vita emotiva equilibrata e soddisfacente?

Anni fa uno psicologo di fama mondiale, Daniel Goleman, ha introdotto per la prima volta un concetto nuovo, ha parlato di una forma di intelligenza che non è né numerica né linguistica o spaziale, ma altrettanto importante: l’intelligenza emotiva. È definita come la “capacità di comprendere la propria vita emotiva” ovvero la capacità di essere più consapevoli di se stessi, di gestire le proprie emozioni e di sintonizzarsi su quelle degli altri. L’intelligenza emotiva ci serve per riuscire a creare rapporti umani veri e arricchenti. Qualcuno lo sa fare meglio di altri, ma per fortuna è possibile coltivare e sviluppare l’intelligenza emotiva.

Ce lo insegnano due grandi uomini, il Dalai lama e Paul Ekman.

Il primo, il XIV Dalai Lama, leader di una tradizione spirituale millenaria e di una nazione in esilio, è maestro delle scienze contemplative: il suo approccio alle emozioni è quello di uno studioso e di un praticante instancabile delle scienze interiori.
Il secondo, Paul Ekman, è professore emerito presso la facoltà di Medicina dell’Università della California a San Francisco, uno dei più grandi specialisti nello studio sperimentale delle emozioni, esperto delle espressioni facciali universali, ha catalogato le 6 emozioni di base (primarie), innate, universalmente presenti in tutte le popolazioni umane: felicità, paura, rabbia, disgusto, tristezza, sorpresa. La sua opera ha ispirato la nota serie televisiva Lie to me, dove il protagonista, Cal Lightman, è uno psicologo esperto di microespressioni facciali, infallibile nel capire quando una persona mente (non legge la mente, ma le emozioni sul volto delle persone!).

Paul Ekman e il Dalai Lama, insieme, hanno scritto un libro, dal titolo: “Felicità emotiva” (ed. Sperling and Kupfler, 2010), che è il frutto di loro incontri e “conversazioni” sul tema delle emozioni.

Facendo ricorso ad ottiche differenti, oriente e occidente, spiritualità e scienza, Il Dalai lama e Paul Ekman hanno cercato di chiarire alcune contraddizioni e fare luce su alcuni percorsi che possono portare a una vita emotiva equilibrata.

Carta d’identità dell’emozione

Le emozioni sono caratterizzate da 5 elementi costitutivi, che le distinguono da altri stati mentali:

  1. Hanno un segnale specifico, visibile attraverso l’espressione facciale o un gesto. Le emozioni indicano agli altri cosa sta accadendo dentro di noi.
  2. Le emozioni possono essere attivate automaticamente in meno di un secondo. E quindi non rientrano nella sfera della consapevolezza.
  3. Di conseguenza, le emozioni sono inconsapevoli (per giungere a un certo equilibrio, dovremo necessariamente lavorarci!).
  4. L’emozione non è patrimonio unico della razza umana. Emozioni ed umori caratterizzano l’esistenza di noi umani e persino degli animali (anche gli animali provano emozioni!!). Questa scoperta risale a Darwin ed è stata ampiamente dimostrata con numerosi esperimenti scientifici ed osservazioni della vita animale.
  5. Le emozioni hanno vita breve, vanno e vengono. Talvolta durano per minuti o addirittura un’ora, ma non sono mai presenti continuativamente per un giorno intero.

Come allenarsi a una vita emotiva equilibrata

Tutte le emozioni possono risultare nocive o utili, a seconda dei casi. Non esistono emozioni negative o positive, tutte servono alla nostra sopravvivenza. Il punto sta nel riuscire a sviluppare un sistema di monitoraggio che ci permetta di capire quando ci stiamo lasciando trasportare da un’emozione, così da avere il tempo di scegliere come esprimerla. Le emozioni sono rapide, automatiche e inconsapevoli, per questo quando arrivano ci dominano, ma il più delle volte non ne siamo consapevoli. Sono gli altri che ce lo dicono: “eri in preda alla rabbia” oppure “eri molto triste, te l’ho letto in volto”. Dopo un eccesso emotivo torniamo a una condizione neutra, ma non lo facciamo tutti con la stessa rapidità. Alcune persone ritrovano rapidamente un proprio equilibrio dopo aver sperimentato un’emozione, altre ci mettono più tempo.

Paul Ekman ha messo a punto una serie di esercizi che ci permettono una presa di coscienza delle emozioni a cui stiamo per lasciarci andare. Uno di questi esercizi consiste nell’accrescere la propria sensibilità verso le sensazioni del proprio corpo, di modo che facciano da campanello d’allarme sul tipo di emozione che proviamo. Ad esempio, quando abbiamo paura il sangue viene convogliato ai fasci muscolari delle gambe (ci prepariamo a scappare); quando proviamo rabbia il sangue affluisce alle mani (ci prepariamo alla lotta).

Altri esercizi si concentrano sulla possibilità di prolungare l’intervallo di tempo tra impulso ed azione, così da attivare la nostra coscienza (consapevolezza) e scegliere se dare libero corso all’emozione, in modo costruttivo, o lasciare che passi. Diventare coscienti dei propri stati emotivi e allungare il periodo di tempo tra impulso e azione è ciò su cui si basa l’allenamento della nostra intelligenza emotiva.
Una tecnica base consiste nel concentrare l’attenzione sulla respirazione, sull’inspirazione ed espirazione, per esempio a livello del naso o del diaframma. Tutte le pratiche meditative (anche la Mindfulness) hanno un comune denominatore: ci inducono a rivolgere l’attenzione su qualcosa che normalmente, nella nostra vita di tutti i giorni, facciamo in modo del tutto meccanico.

Scrive Paul Ekman:

“In queste pratiche meditative, come quella della concentrazione sul respiro, sviluppiamo capacità di cui, in un certo senso, non abbiamo bisogno. Dal momento in cui il respiro è automatico, concentrare l’attenzione su di esso è assai difficile. Ma se impariamo a farlo, acquistiamo più in generale la capacità di monitorare tutti i processi mentali automatici. E questo significa che costruiamo nuove connessioni neuronali grazie alle quali riusciamo a tenere sotto controllo quello che accade a livello inconscio… creando queste nuove connessioni neurali, probabilmente impariamo ad osservare la natura automatica delle emozioni… come il respiro, anche le emozioni scattano automaticamente.” Quindi, imparare a concentrarsi sul respiro ci consente di aumentare l’intervallo di tempo tra impulso e azione e quindi di accorgerci dell’emozione e di controllarla.

Un’emozione particolarmente difficile da controllare è la rabbia. Ne parlerò nel prossimo articolo.

Silvia Semprini-Psicoterapeuta e Mental Coach

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